Ex Chiesa e Casa Canonica

  • Localitą:

    San Pietro In Tambis, Fossombrone (PU)
  • Progettisti:

    Arch. Marco Gaudenzi.
    Ing. Pietro Paci
IL PROGETTO DI RESTAURO.
Il progetto di restauro e consolidamento del complesso è finalizzato al suo recupero, avendo come linea guida l’obiettivo di una azione con una forte valenza culturale, volta alla salvaguardia di un bene oramai vicino allo stato di collasso, ma di notevole testimonianza storico-paesaggistica. Lo studio dell’evoluzione della fabbrica, con il riconoscimento delle parti originarie e delle trasformazioni più recenti, e un’attenta analisi del degrado e del quadro fessurativo hanno guidato il progetto di restauro, determinando sia le scelte architettoniche che gli interventi di consolidamento. I lavori di cui alla DIA n°107/2007 erano volti al consolidamento delle murature e delle coperture nelle parti in cui era manifesto il pericolo di perdita del bene: a tal fine, e nell’ottica di una nuova funzionalità architettonica, verranno inoltre smontate le superfetazioni che inficiano ancora la statica e l’apparato tipologico dell’edificio..
LA CHIESA.
Il restauro della chiesa esprime la volontà di pervenire ad un ambiente che ripristini le intrinseche peculiarità architettoniche originarie. L’analisi del degrado e lo studio del quadro fessurativo hanno evidenziato il distacco della facciata dalle murature perimetrali,numerose lesioni passanti in corrispondenza dei muri portanti, particolarmente evidenti sul lato sud-est e su quello sud-ovest nel muro a contatto con la canonica. Tutti i muri sul lato sud-est e nord-ovest manifestano notevoli fuori piombo dovuti in parte alla rotazione del pannello murario ed in parte al distacco delle facce dei paramenti murari per carenza di diatoni di collegamento. La formazione di cerniere ed il conseguente collasso dell’arco trionfale hanno provocato il dissesto di una porzione della copertura e delle murature circostanti. Lo stato di degrado generale delle strutture indica la necessità di ripristinare l’efficienza dell’organismo statico attraverso una serie di interventi volti, oltre che al consolidamento, anche ad introdurre elementi di miglioramento del comportamento sismico da conseguire mediante la rimozione delle vulnerabilità rilevate e con l’inserimento di elementi costruttivi (quali catene, cordoli in acciaio, irrigidimento delle coperture) che sulla base dei meccanismi in essere ne impediscano la ulteriore futura manifestazione, con l’obiettivo di conseguire il più possibile un comportamento scatolare del complesso edilizio. In sintesi, dopo aver demolito gli intonaci a cemento sulla facciata esterna e, previa verifica di eventuali superfici affrescate, anche quelli interni in stato di decoesione, verranno attivate le classiche categorie di restauro delle murature attraverso taglio a forza e ripresa di muratura in corrispondenza di lesioni passanti o di murature spanciate per distacco delle facce dei due paramenti, utilizzando materiali provenienti dallo smontaggio con leganti a base di calce idraulica naturale a basso modulo elastico, al fine di ripristinare la continuità del paramento murario. E’ prevista, almeno in quei pannelli murari che manifesteranno al proprio interno dilavamento della malta di allettamento e presenza di vuoti, l’applicazione di iniezioni di malta a base di calce idraulica naturale, specifica per iniezioni all’interno di murature e dotata di bassa reazione esotermica in fase di idratazione e finemente macinata. La copertura verrà completamente smontata per inadeguatezza e degrado delle strutture e ricostruita con capriate e travi in legno, previa realizzazione di cordolo di coronamento della sommità delle murature realizzato con piatti in acciaio; l’orditura secondaria sarà composta da tavolato doppio incrociato ed irrigidimenti disposti a croce di S.Andrea, successivamente sarà posta in opera la guaina impermeabile ed il manto di copertura in coppi provenienti dallo smontaggio con integrazione per il sottocoppo. L’arco trionfale sarà completamente smontato unitamente alla muratura sovrastante e ricomposto mediante centinatura nel suo sviluppo originario, sulla corda sarà posta in opera una catena per assorbirne le spinte orizzontali. Il piano di posa delle fondazioni risulta scoperto in vari tratti a causa di sbancamenti eccessivi: al fine di proteggere dall’erosione la formazione sottostante al piano di posa sarà realizzato un cordolo in c.a. esterno alla muratura, da coprire con una corretta riprofilatura delle quote di sistemazione esterna del terreno. Tutti gli apparati decorativi propri dell’architettura della chiesa, quali paraste, lesene, cornicioni, vengono restaurati, così come il soffitto e la volta a botte absidale in camorcanna nelle zone che presentano lacune e fessurazioni. Il pavimento, in piastrelle di graniglia di modesta fattura, essendo lacunoso in più parti viene sostituito integralmente al fine di realizzare un ambiente omogeneo nelle finiture. Nelle zone interessate da infiltrazioni di umidità sarà posto in opera un intonaco macroporoso al fine di limitare gli effetti dell’umidità capillare, mentre per le infiltrazioni dall’ esterno saranno disposti dreni ed impermeabilizzazioni. La facciata principale presenta un intonaco di tipo cementizio con parti ampiamente degradate, esso verrà demolito e sarà posto in opera un nuovo intonaco a base di calce idraulica naturale,riprese di intonaco saranno effettuate anche nelle facciate laterali in corrispondenza delle numerose lacune e delle parti decoese. Il trattamento finale di tinteggiatura sarà a calce..
LA CASA CANONICA.
Il progetto architettonico sviluppa un’idea unitaria e caratteristica di residenza recuperando allo scopo gli edifici con destinazione residenziale: la casa mantiene la sua destinazione e si riappropria del suo aspetto tipologico grazie all’eliminazione delle superfetazioni realizzate recentemente (come dimostrato dalla finestra che la costruzione del forno ha parzialmente chiuso) ed alla realizzazione di un volume a completamento dell’angolo di Sud-Ovest che riconfigura l’edificio nelle sue proporzioni più tipiche. Il piccolo volume parzialmente crollato in prossimità dell’angolo nord-ovest, del quale restano leggibili le imposte delle murature e della copertura, viene demolito e ricostruito, inserendovi la scala di collegamento al deposito interrato sottostante la sala. Il deposito viene realizzato mediante rimozione del materiale detritico (macerie) e scavo del terreno restante fino al raggiungimento della quota di calpestio di progetto, formazione dei muri controterra in c.a. nella parte completamente interrata, realizzazione della muratura in pietra sulle tracce di quella esistente nella parte parzialmente fuori terra. Su questa parte è prevista una copertura a verde. Da qui un passaggio interrato collega l’abitazione con la piscina. Al piano terra della casa canonica si trovano l’ampio ingresso a doppia altezza, la cucina e le sale destinate al pranzo e al soggiorno: queste ultime sono disposte in sequenza lungo il lato nord-ovest e terminano con un ballatoio che si affaccia a doppia altezza sulla vasca d’acqua interna (alta circa 60 cm). L’ingresso introduce anche al vestibolo da cui si accede alla chiesa: l’apertura laterale sulla vasca d’acqua conclude il sistema dei percorsi. Il piano superiore ospita la camera da letto padronale, con attigua sala da bagno, e il guardaroba, da cui si accede a un piccolo studiolo. La scala interna esistente viene demolita e spostata sulla testata a Sud-Ovest ove è previsto un collegamento con il nuovo garage interrato, realizzato ai sensi della legge ”Tonioli”; ai fini del miglioramento e consolidamento statico viene inoltre realizzato un muro di controvento che, in continuità con il muro del campanile, si aggancia alla facciata Nord-Ovest. L’evoluzione del corpo di fabbrica per aggregati testimoniato dai Catasti è immediatamente visibile nei prospetti, soprattutto in quello di Nord-Ovest, e viene confermato in ultimo dall’analisi del quadro fessurativo: infatti le principali lesioni passanti si presentano in corrispondenza di maschi murari realizzati senza ammorsamenti e la varietà delle murature utilizzate (pietra, mattoni pieni, forati) rende evidente le numerose discontinuità costruttive. Il restauro dell’edificio adotta le stesse tecniche già descritte per la chiesa, essendo la situazione simile: esso mira alla ricomposizione statica tramite la realizzazione di cordoli sommitali in acciaio, controventamenti a croce di Sant’Andrea, ricucitura delle lesioni con cuci-scuci e iniezioni con malte a base di calce idraulica naturale; allo stesso tempo ripropone soluzioni costruttive tradizionali per tutti quegli elementi incongrui o mancanti sia strutturali che di finitura. Nel progetto i solai saranno di tipo tradizionale, con travi e correnti in legno provenienti per quanto possibile dallo smontaggio; il solaio di copertura viene rifatto in legno e pianelle, opportunamente coibentato e coperto con manto di copertura in coppi. Gronde e pluviali e converse vengono realizzati con elementi in rame. Gli infissi interni ed esterni, così come le persiane o gli scuroni, saranno in legno: per quanto possibile si recupereranno gli architravi lignei esistenti, altrimenti si utilizzerà comunque materiale proveniente da smontaggio. I pavimenti di progetto saranno per lo più in cotto di recupero, sebbene non proveniente da questo cantiere per oggettiva mancanza di materiale: in alcune parti viene riproposta l’alternanza con la pietra e legno. I controsoffitti saranno realizzati in cartongesso, riproponendo però il tipico attacco stondato con la muratura perimetrale. Le bucature interne mantengono la posizione originaria, oppure vengono aperte in corrispondenza di nicchie esistenti. I prospetti esterni saranno trattati con intonaco a calce..